La Commissione europea ha emesso un avvertimento rivolto a 18 Stati membri riguardo al rischio di non rispettare gli obiettivi di riciclaggio e gestione dei rifiuti fissati per il 2025.
Secondo una valutazione dell’Agenzia europea dell’ambiente, numerosi Paesi potrebbero non raggiungere i target relativi al riciclaggio dei rifiuti urbani e da imballaggio, sollevando preoccupazioni sull’efficacia delle politiche di gestione dei rifiuti adottate finora.
Gli Stati a rischio
Tra i Paesi che potrebbero mancare l’obiettivo di riciclaggio dei rifiuti urbani ci sono Estonia, Finlandia, Francia, Irlanda, Lettonia, Portogallo, Spagna e Svezia.
Altri, come Bulgaria, Croazia, Cipro, Grecia, Ungheria, Lituania, Malta, Polonia, Romania e Slovacchia, rischiano di non riuscire a rispettare non solo il target sui rifiuti urbani, ma anche quello relativo ai rifiuti di imballaggio.
Inoltre, diversi Stati continuano a dipendere in larga misura dalle discariche per lo smaltimento dei rifiuti, sollevando dubbi sul raggiungimento dell’obiettivo del 2035 di ridurre il conferimento in discarica sotto il 10%.
Fonte: Agenzia europea per l’ambiente
Gli obiettivi di riciclaggio
Gli obiettivi fissati dalla Direttiva quadro sui rifiuti e dalla Direttiva sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio sono ambiziosi.
Entro il 2025, gli Stati membri devono raggiungere il:
- 55% di riciclaggio e preparazione per il riutilizzo dei rifiuti urbani
- 65% per il riciclaggio totale dei rifiuti da imballaggio
- 75% per carta e cartone
- 70% per il vetro e i metalli ferrosi
- 50% per l’alluminio e la plastica
- 25% per il legno
Le sfide principali
Uno dei principali ostacoli è rappresentato dalla gestione dei rifiuti organici, che rimane un nodo critico per diversi Stati membri.
Sebbene l’obbligo di raccolta differenziata dei rifiuti organici sia previsto dal 2024, la Commissione europea ha identificato in questo settore un importante freno per migliorare le prestazioni complessive del riciclaggio.
Il monitoraggio e le raccomandazioni
Per prevenire il mancato raggiungimento degli obiettivi, dal 2018 è in vigore un sistema di segnalazione preventiva che consente alla Commissione di monitorare i progressi degli Stati membri. Questo sistema permette di identificare le lacune e intervenire tempestivamente, con l’obiettivo di evitare che i Paesi si trovino impreparati alla scadenza del 2025.
In questo contesto, la Commissione ha formulato raccomandazioni specifiche per gli Stati a rischio. Tra le azioni suggerite vi sono la riduzione dei rifiuti non riciclabili, l’incremento del riutilizzo, il potenziamento della raccolta differenziata e lo sviluppo di infrastrutture per il trattamento e il riciclaggio dei rifiuti. Ulteriori proposte riguardano il miglioramento della governance e l’utilizzo di strumenti economici per incentivare comportamenti virtuosi.
Stati virtuosi
Nonostante le difficoltà generali, ci sono anche Stati che stanno dimostrando buone performance. Nove Paesi, tra cui
- Austria
- Belgio
- Cechia
- Danimarca
- Germania
- Italia
- Lussemburgo
- Paesi Bassi
- Slovenia
sono sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi prefissati per il 2025.
Tuttavia, solo quattro di questi Paesi riusciranno probabilmente a rispettare tutti i target specifici per i vari materiali di imballaggio.
Italia: un buon risultato, ma con riserve
L’Italia si colloca tra i Paesi che probabilmente raggiungeranno gli obiettivi complessivi di riciclaggio, sia per i rifiuti urbani che per quelli di imballaggio. Tuttavia, uno dei punti critici rimane il riciclaggio della plastica, che rappresenta una sfida comune a molti Stati dell’UE.
Sebbene l’Italia superi già gli obiettivi per materiali come carta, vetro e metallo, il riciclaggio degli imballaggi in plastica resta lontano dal target del 50%.
Rifiuti urbani: una sfida crescente
Nel 2020, i cittadini europei hanno generato in media 521 kg di rifiuti urbani a testa. Di questi, solo il 49% è stato preparato per il riutilizzo o riciclato, mentre circa il 23% è finito in discarica. Questa situazione si inserisce in un contesto di aumento graduale della quantità di rifiuti prodotti negli ultimi anni. Le direttive europee impongono agli Stati membri obiettivi ambiziosi, tra cui il 55% di riciclaggio dei rifiuti urbani entro il 2025, con obiettivi più lontani come il 60% entro il 2030 e il 65% entro il 2035. Tuttavia, 18 Stati membri sono attualmente a rischio di non raggiungere l’obiettivo del 2025.
Tra le maggiori problematiche rilevate vi è la gestione dei rifiuti organici, che costituiscono circa il 34% dei rifiuti urbani. Una corretta gestione di questo flusso, attraverso la raccolta differenziata e il trattamento efficace, potrebbe contribuire significativamente agli obiettivi climatici e ridurre l’uso di fertilizzanti minerali estratti.
Rifiuti da imballaggio: crescita della produzione e sfide del riciclaggio
Per quanto riguarda i rifiuti da imballaggio, nel 2020 nell’UE ne sono stati prodotti circa 79,6 milioni di tonnellate. Anche se il tasso di riciclaggio è cresciuto dal 2005 al 2016, raggiungendo il 67,6%, si è osservato un lieve calo nel periodo successivo, scendendo al 64% nel 2020. Questa situazione è aggravata dall’aumento della quantità di imballaggi generati, che è cresciuta del 15% tra il 2013 e il 2020.
La Direttiva sugli imballaggi impone obiettivi di riciclaggio per materiali specifici come carta, vetro, alluminio e plastica. Tuttavia, molti Stati membri, tra cui l’Italia, faticano a rispettare l’obiettivo di riciclaggio del 50% per la plastica, considerata il materiale più difficile da riciclare.
Conclusione
La gestione dei rifiuti e il riciclaggio rappresentano una sfida complessa e cruciale per il futuro sostenibile dell’Europa. Sebbene alcuni Stati membri stiano dimostrando un progresso significativo, molti altri rischiano di non riuscire a rispettare le scadenze previste. La Commissione europea continuerà a monitorare la situazione e a fornire raccomandazioni per assicurarsi che tutti i Paesi si allineino agli obiettivi di lungo termine.